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Tesi etd-02072019-115652

Tipo di tesi
Master univ. II liv.
Autore
PEDEMONTE, ELENA
URN
etd-02072019-115652
Titolo
"Vecchio e nuovo" nel trattamento delle lesioni coronariche calcifiche. Revisione delle tecnologie a nostra disposizione e caso clinico
Scientific disciplinary sector
ING-IND/34
Corso di studi
Trattamento percutaneo della malattia coronarica
Commissione
relatore Prof. PASSINO, CLAUDIO
Tutor Dott. PICCHI, ANDREA
Parole chiave
  • malattia coronarica calcifica
  • shockwave
  • stent sottoespanso
Data inizio appello
28/02/2019;
Disponibilità
completa
Riassunto analitico
Le lesioni coronariche calcifiche rappresentano da sempre una "sfida" per l'emodinamista. L'età media dei pazienti che vengono sottoposti a coronarografia è in aumento e di conseguenza è sempre più frequente il trattamento della patologia aterosclerotica ad impronta calcifica. Questa è fattore prognostico negativo sia clinico che procedurale, poiché non è infrequente che il risultato angiografico finale della rivascolarizzazione miocardica percutanea (PTCA) non sia ottimale con conseguente incremento del rischio di restenosi intrastent e trombosi. La tecnologia convenzionale dunque spesso non è sufficiente nel trattamento delle lesioni calcifiche ed è necessario ricorrere ad opzioni terapeutiche alternative. Nel presente lavoro proponiamo una revisione delle tecniche e degli strumenti a nostra disposizione per affrontare la malattia coronarica calcifica: l'aterectomia, l'impiego del laser ad eccimeri, l'uso di cateteri a palloncino dedicati. Novità in questo campo è l'introduzione in sala di emodinamica della litotripsia intracoronarica (shockwave), tecnologia promettente in quanto maneggevole e a basso rischio di complicazioni periprocedurali. Nei pazienti arruolati nello studio DISRUPT CAD (60 pazienti, follow up da 30 giorni a 6 mesi) l'impiego dello shockwave ha reso possibile un corretto posizionamento dello stent su lesioni calcifiche nel 100% dei casi. In attesa dei risultati del più ampio trial DISRUPT CAD II, in letteratura stanno iniziando a comparire segnalazioni di singoli casi trattati mediante litotripsia intracoronarica. Descriviamo qui un intervento effettuato presso il Laboratorio di Emodinamica dell’Ospedale San Jacopo, Pistoia, nel quale l’impiego dello shockwave ha permesso di risolvere efficacemente la sotto-espansione di uno stent rilasciato su una lesione coronarica calcifica.
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