Tesi etd-05302025-190904
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Tipo di tesi
Corso Ordinario Ciclo Unico 6 Anni
Autore
GALLO, ELISA
Indirizzo email
eligallo0218@gmail.com
URN
etd-05302025-190904
Titolo
Ottimizzazione delle pratiche emotrasfusionali in medicina interna: valutazione del grado di aderenza alle linee guida
Struttura
Classe Scienze Sperimentali
Corso di studi
SCIENZE MEDICHE - SCIENZE MEDICHE
Commissione
Tutor Prof. GIANNONI, ALBERTO
Relatore Dott. GORGI DAVIDE
Presidente Prof. PASSINO, CLAUDIO
Membro Dott. AIMO, ALBERTO
Membro Prof. LIONETTI, VINCENZO
Membro Dott.ssa TOGNINI, PAOLA
Relatore Dott. GORGI DAVIDE
Presidente Prof. PASSINO, CLAUDIO
Membro Dott. AIMO, ALBERTO
Membro Prof. LIONETTI, VINCENZO
Membro Dott.ssa TOGNINI, PAOLA
Parole chiave
- anemia
- appropriatezza decisionale
- medicina difensiva
- ottimizzazione
- patient blood management
- Trasfusione di emazie
Data inizio appello
20/06/2025;
Disponibilità
parziale
Riassunto analitico
La trasfusione di emazie concentrate (UEC) è la terapia di scelta per la rapida correzione dell’anemia quando questa pone il paziente a rischio di vita o di seria disfunzione d’organo. Nonostante non sia esente da rischi, al giorno d’oggi rappresenta una delle procedure mediche di cui più si fa uso improprio in corso di ricovero. Alla luce della scarsa disponibilità di risorse in medicina trasfusionale, dell’azione inversa dell’allungamento della vita media sul bacino di donatori e riceventi e del progressivo incremento dei costi sanitari, è necessario ottimizzare le pratiche emotrasfusionali.
L’ipotesi operativa è che una significativa percentuale delle trasfusioni effettuate dall’UOC di Medicina Interna dell’Ospedale dell’Angelo di Mestre sia da ritenersi inappropriata secondo le linee guida AABB 2023 e che questo si associ ad una minor resa trasfusionale. Lo scopo è valutare la necessità di implementare iniziative di patient blood management nell’attività del reparto.
Le valutazioni effettuate in questo lavoro di tesi rappresentano l’analisi preliminare dei dati raccolti nell’ambito di un più ampio studio osservazionale prospettico, la cui durata prevista è di circa 3 anni. Nei primi 48 giorni, i medici del reparto hanno segnalato 33 richieste di UEC inviate al Servizio Immuno-Trasfusionale per pazienti a loro carico. Di questi, 23 erano in grado di fornire il proprio consenso per la partecipazione allo studio. Per ciascuno di loro sono stati confrontati elementi anamnestici, clinici e laboratoristici recuperati attraverso i sistemi informatici del reparto (AURORA e CONCERTO).
Nel periodo tra il 15 dicembre 2024 e il 19 maggio 2025 i pazienti arruolati sono stati trasfusi in media 1.8 volte (range 1-6), per un totale di 56 UEC infuse in 41 occasioni distinte ad una soglia di 7.40±0.89 g/dL di Hb con resa di 1.22±0.70 g/dL di Hb; non sono stati registrati eventi avversi. Il 61.5% delle trasfusioni effettuate sono considerabili inappropriate secondo le raccomandazioni delle linee guida AABB 2023, contro un tasso atteso dalla letteratura del 15-20% [CI 95% 44.5-77.2% p-value < 0.05]. L’appropriatezza della decisione terapeutica si associa in maniera significativa ad anamnesi positiva per cardiopatia (p-value = 0.002) e al numero di UEC utilizzate in una singola trasfusione (p-value = 0.041), ma non alla resa trasfusionale (p-value = 0.455).
Sebbene le dimensioni della coorte di studio non consentano generalizzazioni, le tendenze osservate sembrano confermare un uso improprio delle risorse emotrasfusionali, che non inficia sull’efficacia della terapia ma se sommato al peso della medicina difensiva nel processo decisionale e alla scarsa educazione degli operatori sul tema suggerisce la necessità di avviare iniziative di patient blood management all’interno del reparto.
Ulteriori ricerche saranno utili sia al fine di comprendere i meccanismi sottostanti al fenomeno, tanto clinici quanto psicologici e sociali, che al fine di limitarne l’estensione, area in cui i nuovi sviluppi in ambito di information technology possono svolgere un ruolo importante.
L’ipotesi operativa è che una significativa percentuale delle trasfusioni effettuate dall’UOC di Medicina Interna dell’Ospedale dell’Angelo di Mestre sia da ritenersi inappropriata secondo le linee guida AABB 2023 e che questo si associ ad una minor resa trasfusionale. Lo scopo è valutare la necessità di implementare iniziative di patient blood management nell’attività del reparto.
Le valutazioni effettuate in questo lavoro di tesi rappresentano l’analisi preliminare dei dati raccolti nell’ambito di un più ampio studio osservazionale prospettico, la cui durata prevista è di circa 3 anni. Nei primi 48 giorni, i medici del reparto hanno segnalato 33 richieste di UEC inviate al Servizio Immuno-Trasfusionale per pazienti a loro carico. Di questi, 23 erano in grado di fornire il proprio consenso per la partecipazione allo studio. Per ciascuno di loro sono stati confrontati elementi anamnestici, clinici e laboratoristici recuperati attraverso i sistemi informatici del reparto (AURORA e CONCERTO).
Nel periodo tra il 15 dicembre 2024 e il 19 maggio 2025 i pazienti arruolati sono stati trasfusi in media 1.8 volte (range 1-6), per un totale di 56 UEC infuse in 41 occasioni distinte ad una soglia di 7.40±0.89 g/dL di Hb con resa di 1.22±0.70 g/dL di Hb; non sono stati registrati eventi avversi. Il 61.5% delle trasfusioni effettuate sono considerabili inappropriate secondo le raccomandazioni delle linee guida AABB 2023, contro un tasso atteso dalla letteratura del 15-20% [CI 95% 44.5-77.2% p-value < 0.05]. L’appropriatezza della decisione terapeutica si associa in maniera significativa ad anamnesi positiva per cardiopatia (p-value = 0.002) e al numero di UEC utilizzate in una singola trasfusione (p-value = 0.041), ma non alla resa trasfusionale (p-value = 0.455).
Sebbene le dimensioni della coorte di studio non consentano generalizzazioni, le tendenze osservate sembrano confermare un uso improprio delle risorse emotrasfusionali, che non inficia sull’efficacia della terapia ma se sommato al peso della medicina difensiva nel processo decisionale e alla scarsa educazione degli operatori sul tema suggerisce la necessità di avviare iniziative di patient blood management all’interno del reparto.
Ulteriori ricerche saranno utili sia al fine di comprendere i meccanismi sottostanti al fenomeno, tanto clinici quanto psicologici e sociali, che al fine di limitarne l’estensione, area in cui i nuovi sviluppi in ambito di information technology possono svolgere un ruolo importante.
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