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Tesi etd-06022021-193227

Tipo di tesi
Master di Secondo Livello
Autore
NOVELLO, DANIELA
URN
etd-06022021-193227
Titolo
CATETERE VENOSO CENTRALE PER EMODIALISI E SUE INNOVAZIONI
Struttura
Istituto di Scienze della Vita
Corso di studi
Corsi Alta Formazione - LA TEORIA E LA PRATICA DELL?ACCESSO VASCOLARE NEL PAZIENTE IN EMODIALISI
Commissione
relatore Prof. MEOLA, MARIO
Tutor Dott. MORALE, WALTER
Parole chiave
  • CVC
Data inizio appello
23/06/2021;
Disponibilità
completa
Riassunto analitico
È universalmente accettato il vantaggio della FAV nativa rispetto a quella protesica nei pazienti emodializzati cronici e che entrambi questi accessi siano superiori rispetto ai CVC ( catetere venoso centrale). Gli svantaggi e i rischi di questi ultimi sono stati, infatti, largamente enfatizzati (1-3). Il paziente con CVC secondo i dati Americani, ha un rischio raddoppiato di mortalità per cause infettive, trombotiche e anche per mortalità cardiaca (4). Nonostante tutto, c’è un trend in saliti nell’uso dei CVC, poichè si presenta come uno strumento di immediato utilizzo nei casi di urgenza e di insufficienza renale acuta e risulta essere l’accesso venoso definitivo a volte più adatto nella popolazione anziana in trattamento emodialitico cronico.
Le caratteristiche dei pazienti in trattamento emodialitico sono cambiate significativamente negli ultimi anni. Gli aspetti più rilevanti sono rappresentati dal l’invecchiamento della popolazione e dalla presenza di un numero elevato di comorbilità. I problemi di accesso vascolare sono frequenti nell’anziano e contribuiscono all’aumentata morbilità e mortalità. Il confezionamento della fistola artero-venosa (FAV) anche nell’anziano resta la scelta da privilegiare; tuttavia la minor aspettativa di vita, la scarsità del patrimonio vascolare e la situazione cardiologica sempre più spesso rendono difficile o sconsigliabile questa opzione, una FAV non è indicata in un paziente con compromessa e depressa funzione contrattile cardiaca(5), un paziente anziano diabetico e vasculopatico ha maggiore rischio di andare incontro a una sindrome da furto da FAV.
L’aumentata prevalenza dei cateteri venosi centrali (CVC) negli anziani in dialisi è infatti documentata in studi recenti(6). In questi pazienti oltre agli aspetti clinici anche quelli psicologici e legati alla qualità della vita dovrebbero essere valutati nella scelta dell’accesso vascolare e da questo punto di vista il CVC può rappresentare una valida alternativa a una politica di chirurgia aggressiva. La scelta definitiva del tipo di accesso vascolare da proporre al paziente richiede quindi un grande impegno attraverso un approccio multidisciplinare e un’attenta stima della valutazione dei rischi/benefici e delle migliori risorse offerte dalla struttura operativa.
La riduzione delle complicanze da CVC è possibile attraverso il rispetto di protocolli rigidi di prevenzione (7) e grazie alle innovazioni sui materiali e sui nuovi dispositivi per la creazione di CVC sempre più biocompatibili e studiati nel rispetto delle dinamica dei fluidi al fine di ridurre al minimo lo stress ematico.
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