Tesi etd-09132019-111924
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Tipo di tesi
Master univ. II liv.
Autore
GALEAZZI, GIAN LUCA
URN
etd-09132019-111924
Titolo
Dissezioni coronariche, un “mondo a parte”. Esperienze cliniche a confronto.
A volte, il “bene è nemico del meglio“ e le carte in tavola cambiano in un batter d’occhio.
Scientific disciplinary sector
ING-IND/34
Corso di studi
Trattamento percutaneo della malattia coronarica
Commissione
relatore PASSINO, CLAUDIO
Tutor BERTI, SERGIO
Tutor BERTI, SERGIO
Parole chiave
- dissezione coronarica iatrogena
- dissezione coronarica iatrogena su spontanea
- dissezione coronarica spontanea
- sindrome coronarica acuta.
Data inizio appello
18/09/2019;
Disponibilità
completa
Riassunto analitico
La dissezione coronarica spontanea ( SCAD ) appartiene al grande capitolo della patologia delle sindromi coronariche acute ( ACS ) e con essa condivide un’ampio spettro di presentazioni cliniche che vanno dall’angina instabile, all’infarto del miocardio fino alla morte improvvisa; essa rappresenta una condizione clinica particolarmente temibile, soprattutto per la imprevedibilità legata alla sua possibile evoluzione, ma non solo.
Due peculiarità che rendono questa condizione particolarmente temuta sono, oltre all’imprevedibilità del decorso clinico, l’assenza o quasi di malattia aterosclerotica alla base dell’evento acuto, che quindi rende potenzialmente vulnerabili ed esposti anche paziente con basso profilo di rischio coronarico, dall’altro, la difficoltà nella sua diagnosi con la semplice e sola angiografia coronarica.
La difficoltà diagnostica nel rilevare la presenza di una dissezione coronarica nasce dal fatto che l’angiografia coronarica è un luminogramma e come tale, non consente di vedere la parete del vaso, che è invece il bersaglio invece della patologia; questo ha probabilmente contribuito a rendere la dissezione coronarica spontanea una patologia in larga misura e fino ad ora sottodiagnosticata e misconosciuta, al punto da considerarla nel corso degli anni una malattia sostanzialmente rara.
Da recenti registri invece emerge che, a seguito dell’utilizzo di nuove metodiche di “imaging” intracoronarico e dalla maggiore consapevolezza del fenomeno, l’incidenza di questi eventi appare molto più frequente di quanto precedentemente stimato
Un elemento poco noto che aggiunge ulteriore timore nell’affrontarla, è il rischio di indurre una dissezione iatrogena sulle pareti del vaso durante l’angiografia coronarica stessa o addirittura durante l’esecuzione dell’eventuale angioplastica, che può essere legato a molti fattori, dalla semplice iniezione di mezzo di contrasto con il catetere diagnostico, fino a dissezioni iatrogene dovute ad interventi di manipolazione legati ai cateteri “guida”, all’avanzamento e retrazione di palloni, stent, all’esecuzione di metodiche di imaging cone ecografia intracoronarica ( IVUS ) e tomografia a coerenza ottica ( OCT ); l’incidenza di dissezioni coronariche iatrogene nei pazienti con dissezione coronarica spontanea è molto più alta rispetto ai paziente normali, a testimoniare la debolezza di questi tessuti che riflette una malattia del tessuto connettivo di sostegno e del loro endotelio.
Nell’elaborato di seguito, verrà riportata una revisione della patologia delle dissezioni coronariche spontanee, a seguito di una recente esperienza occorsa nel laboratorio di Emodinamica ove lavoro, in cui una forma spontanea di dissezione si è complicata, nell’arco di pochissimi istanti, con una dissezione iatrogena da catetere seguita poi da una drammatica evoluzione di eventi .
Due peculiarità che rendono questa condizione particolarmente temuta sono, oltre all’imprevedibilità del decorso clinico, l’assenza o quasi di malattia aterosclerotica alla base dell’evento acuto, che quindi rende potenzialmente vulnerabili ed esposti anche paziente con basso profilo di rischio coronarico, dall’altro, la difficoltà nella sua diagnosi con la semplice e sola angiografia coronarica.
La difficoltà diagnostica nel rilevare la presenza di una dissezione coronarica nasce dal fatto che l’angiografia coronarica è un luminogramma e come tale, non consente di vedere la parete del vaso, che è invece il bersaglio invece della patologia; questo ha probabilmente contribuito a rendere la dissezione coronarica spontanea una patologia in larga misura e fino ad ora sottodiagnosticata e misconosciuta, al punto da considerarla nel corso degli anni una malattia sostanzialmente rara.
Da recenti registri invece emerge che, a seguito dell’utilizzo di nuove metodiche di “imaging” intracoronarico e dalla maggiore consapevolezza del fenomeno, l’incidenza di questi eventi appare molto più frequente di quanto precedentemente stimato
Un elemento poco noto che aggiunge ulteriore timore nell’affrontarla, è il rischio di indurre una dissezione iatrogena sulle pareti del vaso durante l’angiografia coronarica stessa o addirittura durante l’esecuzione dell’eventuale angioplastica, che può essere legato a molti fattori, dalla semplice iniezione di mezzo di contrasto con il catetere diagnostico, fino a dissezioni iatrogene dovute ad interventi di manipolazione legati ai cateteri “guida”, all’avanzamento e retrazione di palloni, stent, all’esecuzione di metodiche di imaging cone ecografia intracoronarica ( IVUS ) e tomografia a coerenza ottica ( OCT ); l’incidenza di dissezioni coronariche iatrogene nei pazienti con dissezione coronarica spontanea è molto più alta rispetto ai paziente normali, a testimoniare la debolezza di questi tessuti che riflette una malattia del tessuto connettivo di sostegno e del loro endotelio.
Nell’elaborato di seguito, verrà riportata una revisione della patologia delle dissezioni coronariche spontanee, a seguito di una recente esperienza occorsa nel laboratorio di Emodinamica ove lavoro, in cui una forma spontanea di dissezione si è complicata, nell’arco di pochissimi istanti, con una dissezione iatrogena da catetere seguita poi da una drammatica evoluzione di eventi .
File
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