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Tesi etd-10152019-102809

Tipo di tesi
Corsi integrativi di I livello
Autore
FIORINELLI, GAIA
URN
etd-10152019-102809
Titolo
Il modello di contrasto al cybercrime tra fonti internazionali ed europee: evoluzione e prospettive
Struttura
Cl. Sc. Sociali - Giurisprudenza
Corso di studi
SCIENZE GIURIDICHE - Giurisprudenza (DM 270)
Commissione
relatore Prof.ssa MORGANTE, GAETANA
Presidente Prof. ROSSI, EMANUELE
Membro Prof. VIVALDI, ELENA
Membro DI MARTINO, ALBERTO
Membro GAGLIARDI, MARIA
Membro MARTINICO, GIUSEPPE
Membro PALMERINI, ERICA
Parole chiave
  • criminalità informatica
  • cybercrime
  • cybersecurity
Data inizio appello
09/12/2019;
Disponibilità
completa
Riassunto analitico
Il presente lavoro si prefigge l’obiettivo di ricostruire, in una prospettiva sistematica, il modello di contrasto al cybercrime che si è progressivamente “stratificato” nell’ordinamento interno per il tramite di suggestioni internazionali ed europee. Lo scopo dell’analisi non consiste in una ricognizione di tipo analitico quanto, piuttosto, in una verifica circa l’effettiva esistenza di un “diritto penale del cybercrime” da intendersi quale autonoma e significativa partizione sistematica. Tale questione non risulta, invero, meramente nominalistica, dal momento che a fronte della tendenziale “inafferrabilità” del concetto di cybercrime – o, quantomeno, a fronte della sua scarsa utilità in termini selettivi, quasi che si trattasse di concetto meramente criminologico – alla nozione di “computer crime” – o “criminalità informatica”, nella versione italiana – fa espresso riferimento l’art. 83 del Trattato sul Funzionamento dell’Unione Europea, al fine di delineare le competenze penali dell’Unione; inoltre, anche nell’ordinamento interno una pluralità di disposizioni ricollegano ai “reati informatici” o ai reati “commessi mediante l'impiego di tecnologie informatiche o telematiche” specifiche conseguenze, in termini sanzionatori o con la previsione di diversi e più invasivi poteri di indagine (si vedano, ad esempio, le peculiari disposizioni in tema di confisca, con riguardo ai reati informatici, di cui agli artt. 240 c.p. e 240-bis c.p., nonché l’art. 266-bis c.p.p., in tema di Intercettazioni di comunicazioni informatiche o telematiche). Tale “statuto” penalistico differenziato pare, tuttavia, per certi versi problematico, non soltanto in ragione della scarsa efficacia selettiva della nozione di "cybercrime", ma anche perché, come si è osservato, «ogni reato al giorno d’oggi può essere commesso utilizzando, in un modo o in un altro, la rete e, dunque, ogni reato finirà per essere un cybercrime».
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