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Tesi etd-10222024-130705

Tipo di tesi
Corso Ordinario Ciclo Unico 6 Anni
Autore
GARBO, CARLO
URN
etd-10222024-130705
Titolo
Concordanza tra imaging convenzionale e Magnetic Resonance Fingerprinting nella rilevazione delle lesioni encefaliche
Struttura
Classe Scienze Sperimentali
Corso di studi
SCIENZE MEDICHE - SCIENZE MEDICHE
Commissione
relatore LIONETTI, VINCENZO
Presidente Prof. PASSINO, CLAUDIO
Membro Dott.ssa durante, angela
Membro Prof. EMDIN, MICHELE
Membro Prof. RECCHIA, FABIO ANASTASIO
Membro Prof. GIANNONI, ALBERTO
Membro Prof.ssa ANGELONI, DEBORA
Parole chiave
  • Nessuna parola chiave trovata
Data inizio appello
17/12/2024;
Disponibilità
parziale
Riassunto analitico
L’imaging a risonanza magnetica (RM) è uno strumento di grande rilievo in neuroradiologia in quanto non invasivo e intrinsecamente multiparametrico. Le limitazioni principali risiedono nei lunghi tempi di acquisizione, nella sensibilità al movimento del paziente e nella difficoltà di ottenere dati quantitativi in tempi di acquisizione compatibili con la pratica clinica.
Nel presente lavoro vengono confrontate le immagini T1-pesate post-contrastografiche ottenute con una sequenza di RM convenzionale con le analoghe immagini sintetiche ottenute utilizzando una tecnica innovativa di imaging quantitativo chiamata Magnetic Resonance Fingerprinting (MRF). Basata sulla variazione pseudocasuale dei parametri di scansione e sul sottocampionamento dello spazio k, l’MRF consente di ottenere le mappe dei tempi di rilassamento T1 e T2 e della densità protonica mediante un’acquisizione di pochi minuti e di sintetizzare, a partire da esse, immagini con contrasti simili a quelli dell’imaging RM convenzionale.
Obiettivo di questo lavoro è stato quello di confrontare l’MRF con l’imaging convenzionale nello studio delle lesioni captanti il mezzo di contrasto nel sistema nervoso centrale.
L’imaging sintetico ha consentito di individuare il 94% delle lesioni captanti il mezzo di contrasto evidenziate all’imaging convenzionale, arrivando alla corretta identificazione delle lesioni nel 98% dei pazienti. Sono state inoltre misurate le volumetrie delle aree tissutali captanti e confrontate tra le due tecniche. Analizzando i dati in forma aggregata e, successivamente, divisi per gruppo di patologie, il volume di tessuto captante misurato sull’imaging sintetico è risultato sovrapponibile o maggiore rispetto a quello derivato dall’imaging convenzionale.
MRF risulta quindi una promettente metodica di imaging quantitativo da cui poter ottenere immagini sintetiche caratterizzate da un elevato potere diagnostico, riducendo allo stesso tempo la durata dell’esame e la sensibilità al movimento che hanno caratterizzato fino ad ora la tecnica.
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