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Tesi etd-11052019-111118

Tipo di tesi
Corsi integrativi di I livello
Autore
GUERRA, GIOVANNI
URN
etd-11052019-111118
Titolo
Il ruolo ineludibile del Parlamento nel procedimento di differenziazione ex art. 116, comma III, Cost.
Struttura
Cl. Sc. Sociali - Giurisprudenza
Corso di studi
SCIENZE GIURIDICHE - Giurisprudenza (DM 270)
Commissione
Tutor Prof. DI MARTINO, ALBERTO
Relatore VIVALDI, ELENA
Membro Prof. ROSSI, EMANUELE
Membro Prof. MARTINICO, GIUSEPPE
Membro Prof.ssa GAGLIARDI, MARIA
Membro Prof.ssa MORGANTE, GAETANA
Membro Prof.ssa PALMERINI, ERICA
Parole chiave
  • attuazione art. 116 comma III Cost.
  • potere di emendamento
  • Regionalismo differenziato
  • ruolo del Parlamento
Data inizio appello
10/12/2019;
Disponibilità
completa
Riassunto analitico
Il presente lavoro di tesi ha ad oggetto il tema del regionalismo differenziato in Italia, del quale vengono tracciate le coordinate storiche e valoriali, e, in particolar modo, il ruolo e i poteri che devono essere riconosciuti al Parlamento nell'ambito dell'iter legislativo da seguirsi per addivenire concretamente all'attribuzione alle Regioni ordinarie che ne fanno richiesta delle "ulteriori forme e condizioni particolari di autonomia" di cui all'art. 116, comma III, Cost..
Nel primo capitolo vengono analizzate in chiave storico-diacronica le tappe percorse dal regionalismo differenziato in Italia, dalla sua genesi fino ai più recenti tentativi di attivazione, al fine di mettere in evidenza la radicale alterità, in punto di principi e di valori ispiratori, di questa nuova fase dal regionalismo italiano, incentrata sulla competizione tra territori, rispetto al modello di autonomia regionale di tipo solidale ed egualitario consegnatoci dai Costituenti. Sempre nel primo capitolo, negli ultimi paragrafi, sono state sottoposte ad una rigorosa disamina le ultime iniziative intraprese al fine di addivenire concretamente all’attribuzione delle “ulteriori forme e condizione particolari di autonomia” di cui all’art. 116, comma III, Cost., allo scopo di segnalare i molteplici aspetti di criticità ravvisabili sul piano procedurale che si ritiene le abbiano caratterizzate.
Nel secondo capitolo, si è provveduto ad esaminare la lettera dell’art. 116, comma III, Cost. Nel fare ciò si è riscontrato che l’articolo in questione, dietro un'apparente chiarezza ed univocità, nasconde in realtà numerose insidie interpretative, risultando alquanto lacunoso per quanto concerne i profili dell’esatta configurazione dei passaggi procedurali di cui consta il procedimento differenziazione ex art. 116, comma III, Cost e della questione dei limiti entro cui il regime di differenziazione può legittimamente svilupparsi. Alla luce di queste e di altre considerazioni di carattere sistematico, in primis la certezza del diritto e, in secondo luogo, il principio di legalità, si è sostenuto che sussistono numerose ragioni che fanno propendere per il riconoscimento della necessità, e non solo l’opportunità, di predisporre una legge quadro di attuazione dell’art. 116, comma III, Cost., in ragione del fatto che la norma costituzionale in questione non può essere considerata self-executing.
Infine, nel terzo e ultimo capitolo si è proceduto col mettere a confronto quelli che da più parti si è ritenuto possano essere considerati i modelli procedurali su cui plasmare l’iter legis ex art. 116, comma III, Cost., ossia i procedimenti legislativi prescritti e/o concretamente seguiti in via di prassi per l’approvazione delle leggi previste dalla Costituzione agli artt. 8, 80 e 123, nella formulazione originale. Attraverso questa attività di comparazione si è provato a dimostrare il ruolo assolutamente centrale che si reputa doveroso riconoscere al Parlamento nel corso dell’iter di differenziazione, oltre che la natura sostanziale, e non meramente formale, dei poteri di intervento di cui godrebbero le Camere nei confronti dei d.d.l ex art. 116, III comma, Cost, suscettibili, a modesto parere di chi scrive, di risolversi nell’introduzione di emendamenti.

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