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Tesi etd-11182019-203028

Tipo di tesi
Master univ. II liv.
Autore
GISSARA, ZAIRA
Indirizzo email
zairag@inwind.it
URN
etd-11182019-203028
Titolo
Fistole Shakespeare e “super-monitoraggio” ecografico: esperienze in un piccolo centro di dialisi.
Corso di studi
ECOGRAFIA CLINICA ED APPLICAZIONI IN NEFROLOGIA
Commissione
relatore Dott.ssa PETRUCCI, ILARIA
Presidente Prof. MEOLA, MARIO
Membro Dott. PIATTONI, JURI
Parole chiave
  • ecografia.
  • fistole difficili
  • fistole Shakespeare
  • salvaguardia dell'accesso vascolare per dialisi
Data inizio appello
11/12/2019;
Disponibilità
completa
Riassunto analitico
Il termine “super–monitoraggio” non vuole essere provocatorio, né vuole indicare una superiorità di intenti rispetto ad altri centri di Dialisi, ma solo una stretta sorveglianza dell’accesso vascolare, effettuata in una piccola realtà di provincia, resa possibile da una diversa distribuzione dei carichi di lavoro rispetto ad altri centri ed alla predisposizione di uno spazio codificato da potere dedicare alle fistole artero-venose (FAV) e in particolare a quelle “difficili”, il tutto grazie alla presenza di personale medico ed infermieristico in grado di utilizzare correttamente l’ecografo.
La Dialisi di Recanati che fa capo al Reparto di Nefrologia e Dialisi di Civitanova Marche, ha attualmente 39 pazienti in emodialisi e può contare su 7 infermieri e 2 medici in turno al giorno.
Parte del personale medico è in grado di effettuare l’esame eco-color doppler per il monitoraggio degli accessi vascolari e parte del personale infermieristico è in grado di effettuare la puntura eco-assistita degli accessi vascolari più difficili.
In questo lavoro descriviamo alcuni casi clinici riguardanti quelle che chiamiamo “fistole Shakespeare” (FAV-S) ovvero “fistole molto rumore per nulla”. Di cosa si tratta? Sono le fistole chirurgicamente ben riuscite, con anastomosi ben funzionante, thrill ben percepibile, soffio ben udibile e portata adeguata, ma con un effluente venoso molto difficile da pungere.
Si tratta di quei casi che solitamente vengono reinviati al chirurgo vascolare per effettuare un nuovo intervento, come una superficializzazione, una prossimalizzazione, il posizionamento di un ponte protesico o persino il confezionamento di una nuova fistola nel braccio contro-laterale.
Noi abbiamo provato a seguire una strada alternativa e abbiamo tentato di affrontare e risolvere i problemi “stressando” la sorveglianza della fistola mediante l’utilizzo dell’ecografo in ogni fase della “vita” dell’accesso vascolare, tramite puntura eco-assistita di vasi profondi o favorendo lo sviluppo delle fistole in base alle loro caratteristiche peculiari.
Questo tipo di approccio “ecografico” alle FAV ed in particolare alle FAV-S è stato registrato e catalogato con l’utilizzo di uno strumento chiamato carta di identità della FAV (CI-FAV).
La CI-FAV è uno strumento compilativo che presenta una parte informatizzata ed un parte cartacea che, insieme ad altre funzioni di cui diremo in seguito, serve agli infermieri ed ai medici per prendere coscienza di problematiche legate alle FAV e quindi per risolverle.

Nel nostro Centro seguiamo attualmente 39 pazienti emodializzati di cui 34 portatori di FAV. Nel presente lavoro, tra i casi più complessi, abbiamo selezionato e deciso di presentare 5 FAV complicate ovvero S-FAV, destinate a non essere utilizzate o a chiudersi in poco tempo se trascurate o se valutate superficialmente.

Il risultato è che ad oggi queste 5 S-FAV vengono punte regolarmente, sono ben funzionanti e non sono state sottoposte a revisione chirurgica. Dei 5 pazienti, 3 hanno ancora il CVC giugulare, di cui si prevede la rimozione in tempi brevi.
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