DTA

Archivio Digitale delle Tesi e degli elaborati finali elettronici

 

Tesi etd-12162022-091023

Tipo di tesi
Dottorato
Autore
VENTURI, FILIPPO
URN
etd-12162022-091023
Titolo
Diritto penale regolatorio. Il processo di criminalizzazione nelle strategie disciplinari del new regulatory State
Settore scientifico disciplinare
IUS/17
Corso di studi
Istituto di Diritto, Politica e Sviluppo - PHD IN DIRITTO
Commissione
relatore DI MARTINO, ALBERTO
Membro Prof.ssa FONDAROLI, Desireè
Membro Prof. CENTONZE, FRANCESCO
Membro Prof. CHITI, EDOARDO
Parole chiave
  • diritto penale ambientale
  • diritto penale regolatorio
  • governamentalità
  • meta-regulation
  • new regulatory State
  • non punibilità
  • potere di polizia
  • regulatory theories
  • responsabilità ex crimine degli enti
  • responsive regulation
Data inizio appello
15/06/2023;
Disponibilità
parziale
Riassunto analitico
La ricerca si occupa di indagare l'impiego del diritto penale come mezzo di regolazione in contesti leciti di base. A tal fine, essa adotta la prospettiva e il metodo delle regulatory theories, tentando di inquadrare alcune trasformazioni del diritto penale contemporaneo nel contesto del progetto governamentale del new regulatory State. In tal maniera, si tenta di elaborare e definire un nuovo modello teorico, quello del diritto penale regolatorio. Successivamente, nel secondo Capitolo, si analizzano alcune manifestazioni di tale paradigma nell'ordinamento giuridico vigente: segnatamente, il diritto penale dell'ambiente, il sistema di responsabilità amministrativa da reato degli enti e la diffusione di misure premiali (in particolare, la non punibilità). Di ciascuna di queste aree del diritto positivo si tenta di elaborare un'analisi regolatoria descrittiva e prescrittiva, richiamando in particolare le teorie della responsive regulation, della meta-regulation, della co-regulation e, più in generale, della smart regulation. Infine, nel terzo ed ultimo Capitolo dell'indagine, si elabora una genealogia e una critica del modello del diritto penale regolatorio. Più nello specifico, si sostiene che esso sia il discendente (pur con alcune differenze) del potere di polizia preilluminista. Tale genesi consente di evidenziare i profili di frizione del modello in esame con i principi elaborati dal pensiero liberale per il diritto penale tradizionale e i suoi conseguenti rischi involutivi. Successivamente, si analizzano alcune teorie, alternative a quella (inservibile in tale scenario) del bene giuridico, che potrebbero servire a dotare il diritto penale regolatorio di una legittimazione adeguata ad uno Stato di diritto democratico. Pur nella consapevolezza dell'impossibilità di risolvere definitivamente le criticità di tale modello, si traggono dalle teorie esaminate alcune coordinate per attenuare le problematiche riscontrate: in particolare, si sostiene che che il modello regolatorio di penalità possa essere giustificato superando il canone della necessaria lesività del fatto, a condizione che la comminatoria punitiva sia funzionale a programmi di tutela costituzionalmente orientati e che vi sia un rafforzamento dei principi di determinatezza e di colpevolezza. Inoltre, si sostiene l'opportunità di rimeditare il principio di sussidiarietà anche alla luce di una proposta volta a estendere significativamente l’impiego dell’istituto della non punibilità. Si conclude osservando che, nello studio del diritto penale contemporaneo, non si può rinnegare la circostanza che esso è non solo uno statuto di garanzie dei consociati rispetto al potere coercitivo pubblico ma, anche, uno strumento di regolazione dello Stato per il perseguimento dei suoi obiettivi.
File